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Domande frequenti su prostata e disturbi urinari

Ho 30 anni. Mi piace molto andare in bicicletta. Fa male alla prostata?

Non adesso. Dopo i 40 anni però sarebbe opportuno alternare questo sport ad altro tipo di attività sportiva, come ad esempio il nuoto o jogging.

Vedi anche:

  • Prevenzione e diagnosi precoce
  • Alimentazione / alcolici / fumo / obesità
  • Estratto di Serenoa Repens

I rapporti sessuali provocano un ingrossamento della prostata?

No. L’attività sessuale non aumenta il volume della prostata e quindi non concorre a provocarne i relativi sintomi.

Vedi anche:

  • Disturbi urinari: sessualità e vita di coppia

Ho 40 anni. Ho spesso bruciore a urinare da diversi mesi. Devo sottopormi ad una visita urologica?

Potrebbe trattarsi di una semplice cistite. Il consiglio in questi casi è quello di sottoporsi ad un esame delle urine con urinocoltura. Poi porti i risultati dal suo medico, che saprà consigliarle l’antibiotico adeguato, oppure una visita urologica.

Vedi anche:

  • Disturbi urinari: come valutarli
  • Questionario IPSS e accertamenti
  • Esplorazione rettale
  • Esame del PSA (antigene prostatico specifico)

Ho 50 anni. L’urologo mi ha riscontrato una prostata ingrossata. Conviene operarsi per evitare sorprese in futuro?

No. Ci si opera solo se la prostata ingrossata provoca disturbi urinari importanti – non controllabili dalla terapia farmacologica e che peggiorano notevolmente la qualità di vita. L’indicazione dell’intervento chirurgico va sempre valutata attentamente con l’urologo, che esporrà al paziente i pro e i contro.

Vedi anche:

  • Quando rivolgersi allo specialista

Ho 54 anni. Ho problemi di erezione, può essere la prostata ingrossata?

I disturbi sessuali possono essere presenti nello stesso soggetto insieme ad un ingrossamento della prostata, questo perché sono entrambe situazioni legate all’età, ma non sono correlate. Il consiglio è quello di consultare un uro-andrologo, possibilmente facendosi accompagnare dalla sua partner.

Vedi anche:

  • Disturbi urinari: sessualità e vita di coppia
  • Quando rivolgersi allo specialista

Ho 52 anni e da qualche mese ho disturbi urinari. Mi sveglio spesso di notte. Un mio amico mi ha detto che potrei avere un ingrossamento della prostata. Poiché ho una nuova compagna giovane vorrei evitare di assumere farmaci con effetti negativi sulla sessualità Cosa succede se non mi curo?

Gentile Signore, non c’è bisogno di rinunciare alle cure per il timore che queste ricadano negativamente sulla performance sessuale. Esistono prodotti naturali, come la Serenoa Repens, che sono efficaci sui sintomi e non hanno questi effetti. I farmacisti li conoscono e la possono consigliare, tuttavia è bene che lei si sottoponga ad una visita medica, inizialmente dal suo medico di famiglia ed eventualmente dall’urologo. In certi casi, un amico non basta!

Vedi anche:

  • Ingrossamento della prostata: i sintomi
  • Disturbi urinari: sessualità e vita di coppia

Sono la moglie di un uomo di 53 anni. Da qualche mese ha iniziato ad avere disturbi urinari. Sta assumendo degli integratori ed è migliorato. Ho letto che lo stile di vita può influenzare positivamente questi disturbi, ma lui dice che sono una “fissata”. Le chiedo gentilmente una conferma. Grazie.

Gentile Signora, modificare lo stile di vita aiuta a ridurre l’intensità dei sintomi urinari e a rendere più efficace, più a lungo, il trattamento medico conservativo dell’ingrossamento della prostata. In particolare suo marito dovrebbe ridurre il consumo di insaccati, cibi piccanti, spezie, pepe, peperoncino, grassi saturi (che provengono da carni rosse cotte alla griglia, formaggi e fritti), superalcolici, caffè e crostacei. Utile inoltre l’attività fisica e la riduzione del peso corporeo.

Vedi anche:

  • Prevenzione e diagnosi precoce
  • Alimentazione / Alcolici / Fumo / Obesità
  • Estratto di Serenoa Repens

Come riconoscerei sintomi urinari?

Nella maggior parte dei casi, i sintomi irritativi sono i primi a manifestarsi, mentre quelli ostruttivi si fanno più intensi successivamente.
I LUTS non sono necessariamente correlati alle dimensioni della ghiandola, in quanto dovuti alla somma di due componenti:
• Aumento della massa ghiandolare
• Maggiore sensibilità del tessuto muscolare prostatico

Può quindi accadere che una prostata di dimensioni non particolarmente aumentate provochi più disturbi rispetto a una prostata di dimensioni maggiori.

Vedi anche:

  • Ingrossamento della prostata: i sintomi

Quante volte uriniamo ogni giorno?

La maggior parte delle persone svuota la vescica 4-6 volte al giorno. Dipende comunque da quanta acqua abbiamo bevuto e dall’alimentazione.

Vedi anche:

  • Ingrossamento della prostata: i sintomi

Come fa l’urina a proteggersi dalle infezioni?

La vescica sintetizza sostanze che formano uno strato protettivo capace di impedire l’adesione dei batteri patogeni alle sue pareti. La stessa urina sviluppa un’attività antimicrobica grazie alla sua acidità e alla presenza di anticorpi. Nell’urina è inoltre presente una proteina prodotta dai reni, chiamata uromucoide, capace di intrappolare i batteri. Infine, una minzione regolare assicura un lavaggio continuo della vescica e dell’uretra, impedendo il ristagno di urina e la colonizzazione di batteri patogeni.

Vedi anche:

  • I sintomi irritativi

Che caratteristiche ha la prostata alla palpazione?

Palpando la prostata, il medico può valutare le sue dimensioni, la sua forma, la sua consistenza e se provoca dolore. La consistenza di una prostata normale è soffice, liscia ed omogenea.

Vedi anche:

  • L’esplorazione rettale

A cosa serve il “PSA”?

La sigla deriva dall’inglese Prostate Specific Antigen, ossia Antigene Prostatico Specifico. Solo le ghiandole prostatiche producono il PSA, che viene pertanto considerato “organo specifico”. Tale sostanza è una glicoproteina (associazione di uno zucchero e di una proteina) che viene riversata in massima parte nel liquido seminale per ritardare la coagulazione e l’essiccamento dello sperma dopo l’eiaculazione. Una piccolissima quantità di PSA diffonde nel sangue, dove è possibile rintracciarla e dosarla (valori normali: 0-4 nanogrammi – ossia miliardesimi di grammo – per millilitro di sangue).

Nel sangue il PSA circola in due forme. La prima frazione è detta “legata” perché viaggia associata ad altre sostanze chiamate alfa-antichimotripsina e – in minima parte – alfa2-macroglobulina, la seconda frazione è invece “libera”. La somma del PSA “libero” e “legato” costituisce il PSA totale.
Nella patologia maligna (carcinoma della prostata), diminuisce la quota “libera”, mentre ciò non avviene nella patologia benigna. Questo rilievo ha permesso di precisare il valore di questo marker tumorale, che di per sé non è “puro”, ossia può aumentare anche per patologie assolutamente benigne.

Il rapporto PSA libero/PSA totale ha quindi un’attendibilità migliore rispetto al PSA totale. Molti laboratori riportano quindi automaticamente questo rapporto, quando il PSA supera i valori di normalità.

Vedi anche:

  • Esame del PSA (antigene prostatico specifico)

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